L’utilizzo della digitalizzazione nell’ICCD: stato dell’arte e prospettive

Autori

  • Elena Berardi
  • Clemente Marsicola
  • Maria Rita Sanzi Di Mino

Parole chiave:

ICDD, Istituto centrale per il catalogo e la documentazione, Demoantropologico, Storico-artistico, Archeologico, Architettonico, Fotografia, Aerofototeca, Dagherrotipi, Stereoscopie, SIGEC, Beato, McPherson, Sommer, Le Lieure, Caneva, Cugnoni, Vale,

Abstract

Le tecnologie digitali sono entrate a far parte ormai da alcuni anni degli strumenti di lavoro che l’ICCD impiega nelle attività di gestione della conoscenza del patrimonio storico-artistico,  archeologico,  architettonico  e  demoantropologico.  Il  digitale  è,  infatti,  da  un  lato  una tecnica che viene applicata con diverse finalità a seconda del contesto di utilizzazione, dall’altro è un linguaggio di comunicazione e accessibilità che svolge una funzione di eccellente ausilio a un ventaglio di attività potenziandone la portata informativa. Senza volerne esaltare acriticamente l’utilizzo, risulta abbastanza evidente che la digitalizzazione in quanto tale non ha le credenziali per vivere di vita autonoma. Al contrario essa si esalta di luce riflessa se sapientemente affiancata ad attività che presuppongono un
lavoro di studio e approfondimento dell’oggetto (entità sulla quale agisce la digitalizzazione). La digitalizzazione, infatti, da sola non “parla”, non ha la facoltà di “tradurre” tout court contenuti, e anzi un abuso indifferenziato può determinare  un  ritorno  di  inefficacia  rispetto  agli obiettivi ipotizzati.

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Pubblicato

2005-04-13

Come citare

Berardi, E., Marsicola, C., & Sanzi Di Mino, M. R. (2005). L’utilizzo della digitalizzazione nell’ICCD: stato dell’arte e prospettive. DigItalia, (1), 97–100. Recuperato da https://digitalia.cultura.gov.it/article/view/332

Fascicolo

Sezione

Progetti