Verba Manent Teoria e prassi della digitalizzazione dei documenti sonori e video della Discoteca di Stato-Museo dell’audiovisivo (prima parte)
Abstract
Introduzione: la Discoteca di Stato e Museo dell’audiovisivo*
Nell’arco dell’ultimo decennio il ruolo e le funzioni della Discoteca di Stato sono andate ampliandosi esponenzialmente e hanno conquistato un ruolo centrale nell’ambito delle attività istituzionali finalizzate alla tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio audiovisivo nazionale. È sufficiente evidenziare il progressivo sviluppo normativo dell’istituto a partire dalla sua fondazione per capire la portata di tale evoluzione. Vittorio Emanuele III con il Regio decreto del 10 agosto 1928 1 sanciva la nascita della Discoteca di Stato: «ritenuta la necessità assoluta e urgente di disciplinare e sviluppare mediante l’istituzione di una Discoteca di Stato la raccolta e la diffusione di dischi fonografici riproducenti la voce dei cittadini italiani benemeriti della
Patria».
La legge 130 del 18 gennaio 1934 recepì le idee di sviluppo della Discoteca di Stato di Gavino Gabriel, relative alla necessità di allargare gli scopi e le funzioni dell’istituto a tutto quanto nel campo dei suoni interessi la cultura scientifica, artistica e letteraria con particolare riferimento ai canti, ai dialetti di tutte le regioni e le colonie d’Italia e agli studi di glottologia e di storia. Tale legge, prevedendo la collaborazione con gli istituti affini degli altri stati per contribuire al progresso della cultura a mezzo della fonografia, cercava di sfruttare appieno le potenzialità rappresentate dalla riproduzione sonora, superando l’utilizzazione prettamente
commerciale e celebrativa prevista dalla legge istitutiva.
Accanto all’attività di raccolta di documentazione sonora, nel corso degli anni trenta, la Discoteca di Stato iniziò a creare una collezione degli strumenti per la riproduzione del suono.
Nell’arco dell’ultimo decennio il ruolo e le funzioni della Discoteca di Stato sono andate ampliandosi esponenzialmente e hanno conquistato un ruolo centrale nell’ambito delle attività istituzionali finalizzate alla tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio audiovisivo nazionale. È sufficiente evidenziare il progressivo sviluppo normativo dell’istituto a partire dalla sua fondazione per capire la portata di tale evoluzione. Vittorio Emanuele III con il Regio decreto del 10 agosto 1928 1 sanciva la nascita della Discoteca di Stato: «ritenuta la necessità assoluta e urgente di disciplinare e sviluppare mediante l’istituzione di una Discoteca di Stato la raccolta e la diffusione di dischi fonografici riproducenti la voce dei cittadini italiani benemeriti della
Patria».
La legge 130 del 18 gennaio 1934 recepì le idee di sviluppo della Discoteca di Stato di Gavino Gabriel, relative alla necessità di allargare gli scopi e le funzioni dell’istituto a tutto quanto nel campo dei suoni interessi la cultura scientifica, artistica e letteraria con particolare riferimento ai canti, ai dialetti di tutte le regioni e le colonie d’Italia e agli studi di glottologia e di storia. Tale legge, prevedendo la collaborazione con gli istituti affini degli altri stati per contribuire al progresso della cultura a mezzo della fonografia, cercava di sfruttare appieno le potenzialità rappresentate dalla riproduzione sonora, superando l’utilizzazione prettamente
commerciale e celebrativa prevista dalla legge istitutiva.
Accanto all’attività di raccolta di documentazione sonora, nel corso degli anni trenta, la Discoteca di Stato iniziò a creare una collezione degli strumenti per la riproduzione del suono.
Keyword
Video; Audiovisivo; Documento sonoro; Sonoro; Discoteca di Stato; Museo; Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi
Full Text
PDFRefback
- Non ci sono refbacks, per ora.